martedì 15 marzo 2011

Pillole su James Ensor

Iniziamo proprio da uno degli artisti che ai giorni d’oggi indicheremmo con l’appellativo di “pazzo”.
Ensor nasce e muore ad Ostenda (Belgio), dove vive le rivoluzioni storiche verificatesi a cavallo del 1900. Ensor può essere definito un “anarchico” intellettuale, ama la solitudine, non si preoccupa di nient’altro se non di essere solo; lui stesso asserisce “Per essere artisti si deve vivere nascosti”.
Voleva star solo a tal punto che quando un suo amico, Florent Fels, andò a trovarlo, egli lo fece cacciare dal suo servitore in malo modo facendogli recitare tali parole “Impossibile vederlo, sta facendo i suoi bisogni”.
Il suo isolamento contribuisce senza dubbio alle tematiche delle sue opere: fantasie grottesche di maschere e di teschi, scheletri pieni di piume e stracci colorati.
 Ensor rappresenta un mondo pieno di allusioni, di allegorie, di simboli, di contraddizioni e spesso tale mondo è privo di senso. Per fare ciò utilizza un “allucinata astrazione”, un disegno semplice, quasi infantile, andando contro tutti i principi finora utilizzati in arte. Ensor diceva: “La ragione è nemica dell’arte. Gli artisti dominati dalla ragione perdono ogni sentimento, l’istinto potente si affievolisce, l’ispirazione diventa povera, il cuore manca di slancio. Tutte le regole, tutti i canoni dell’arte vomitano la morte.” Voleva andare contro tutto quello che finora era stato portato avanti, sia in ambito artistico che politico. Rappresenta non solo ogni classe sociale ma anche se stesso, pensate che ha dipinto un quadro in cui si è raffigurato morto, come uno scheletro dal quale fuoriescono vermi. Certo non possiamo evitare di giudicarlo “pazzo”, ma allo stesso tempo affascinante! Sono sempre rimasta colpita dalle sue opere, dalla sua introversione e misantropia. E’ intrigante l’associazione tra le figure che rappresentano la morte come gli scheletri, o falsità, come le maschere, e i colori vivaci e sgargianti che ritroviamo nelle sue opere.




Dovremmo sentirci incupiti dalle figure che Ensor rappresenta e invece quel tocco di colore ci anima di uno spirito quasi allegro, facendoci rimanere attoniti davanti a tanta “pazzia” e fermezza nell’esprimere i propri ideali.Ovviamente questa è l’interpretazione di James Ensor che ho dato io, sarò felice di ascoltare le vostre J

4 commenti:

  1. cla ti darò il soprannome di professoressa d'arte..ahaha...^_^

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  2. si può parlare davvero di pazzia o si tratta solo di genio-artistico? quanto la genialità e la follia sono indipendenti l'una dalla'altra? chissà cosa c'era nella sua testa...

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  3. Bellissimo!!mi piace davvero tanto!!

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  4. Bello cla ! mi ha ricordato una certa tesina (eravamo destinate !) e un'affermazione di Munch «Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità.»

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