mercoledì 11 maggio 2011

"Un'opera d'arte per divenire immortale deve sempre superare i limiti dell'umano senza preoccuparsi né del buon senso né della logica" GIORGIO DE CHIRICO

Ettore e Andromaca sono i due manichini protagonisti di questa grande opera. L'atmosfera che caratterizza questo dipnto è come conforme alle altre dipinte da De Chirico: c'è un cielo cupo che dà un certo senso di angoscia che sembra quasi sconfitta dai due personaggi si stringono nell'ultimo abbraccio presso le Porte Scee, prima del duello con Achille che porterà alla morte di Ettore.

La caratteristica di De chirico che mi ha particolarmente colpito è quella di riuscire a comunicare emozioni, strazianti se pensiamo alla fine che avrà Ettore e al dolore che provocherà Andromaca per la perdita del marito, con personaggi rappresentati da figure prive di provare emozioni, come i manichini. Una immobilità e freddezza dell'oggetto che viene compleatemente devastata dalla storia, dalla composizione che le dà l'artista e dall'uso di colori caldi e tenui. Dipinto che nonostante la sua apparente geometria riesce a sconvolgere qualsiasi "ordine" o schema emozionale.

giovedì 5 maggio 2011

"Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni" JOAN MIRO'

Inanzitutto mi scuso per l'assenza di queste due settimane ma ho avuto dei problemi con il pc! Prometto che rimedierò! E vi presento un grandissimo artista, già talentuoso all'età di 8 anni: Joan Mirò!



Miró rifiuta la qualifica di pittore astratto perché, insiste, ogni sua creazione trae lo spunto direttamente da un oggetto o da un'idea poetica. E in effetti la stranezza della sua arte svanisce se si considera che ogni sua opera si riduce a un altissimo esercizio di stenografia: simboli e ghirigori, che sono il suo modo di ridurre la realtà all'essenziale. (Kent)

   Miró uomo si trasforma nel Miró pittore quando prende in mano il pennello. Allora tutto quello che gli vive dentro – i sogni, i sentimenti, la gioia, il dolore – gli si riversa all'esterno, per poi esplodere sulla tela (Kent)

"Se vi è qualcosa di umoristico nella mia pittura, non è il risultato di una ricerca cosciente. Questo humour deriva forse dal bisogno di sfuggire al lato tragico del mio temperamento. È una reazione, ma involontaria.
Quel che invece è voluto in me, è la tensione dello spirito.
Ma è essenziale, a mio avviso, non provocarla con mezzi chimici, come il bere o la droga.
L'atmosfera propizia a questa tensione la scopro nella poesia, nella musica, nell'architettura Gaudi, ad esempio, è formidabile , nelle mie passeggiate quotidiane, in certi rumori: lo scalpitare dei cavalli in campagna, lo scricchiolio delle ruote di legno dei carretti, i passi, le grida nella notte, i grilli. Lo spettacolo del cielo mi sconvolge. Mi sconvolge vedere, in un cielo immenso, la falce della luna o il sole. Nei miei quadri, del resto, vi sono minuscole forme in grandi spazi vuoti. Gli spazi vuoti, gli orizzonti vuoti, le pianure vuote, tutto quello che è spoglio mi ha sempre profondamente impressionato. (...)
Sono le cose più semplici a darmi delle idee. Un piatto in cui un contadino mangia la sua minestra, l'amo molto più dei piatti ridicolmente preziosi dei ricchi.
L'arte popolare mi commuove sempre. Non vi è, in quest'arte, né inganno né trucco. Va diritta allo scopo. Sorprende ed è talmente ricca di possibilità."

"(…)L'immobilità mi impressiona. Questa bottiglia, questo bicchiere, un ciottolo su una spiaggia deserta, sono cose immobili, ma scatenano nel mio spirito profondi sconvolgimenti. Non provo la stessa sensazione davanti a un essere umano che si sposta di continuo in maniera idiota. La gente che va a fare il bagno su una spiaggia e si agita, mi tocca molto meno dell'immobilità di un sasso
L'immobilità per me evoca grandi spazi in cui si producono movimenti che non si arrestano, movimenti che non hanno fine. È, come diceva Kant, l'irruzione immediata dell'infinito nel finito. Un ciottolo, che è un oggetto finito e immobile, mi suggerisce non solo dei movimenti, ma movimenti infiniti che, nei miei quadri, si traducono in forme simili a scintille che erompono dalla cornice come da un vulcano.
(…)Lavoro come un giardiniere o come un vignaiolo. Le cose maturano lentamente. Il mio vocabolario di forme, ad esempio, non l'ho scoperto in un sol colpo. Si è formato quasi mio malgrado.
Le cose seguono il loro corso naturale. Crescono, maturano. Bisogna fare innesti. Bisogna irrigare, come si fa con l'insalata. Maturano nel mio spirito".

martedì 19 aprile 2011

"Il meno che si possa chiedere ad una scultura è di stare ferma" SALVADOR DALI' 2° Parte

Genio e Folle allo stesso tempo ha saputo conquistare e affscinare tante persone..persino Disney!!! Appena scoprii che con la collaborazione di Dalì, la Walt Disney aveva realizzato un cortometraggio rimasi attonita, per quanto mi piaccia non avrei mai pensato di proporlo a dei bambini piccoli. Poi l'ho guardato e mi è piaciuto molto, la magia dei cartoni Disney (che ha accompagnato tutta la mia infanzia) unita all'arte e alla genialità di Dalì crea qualcosa di veramente affascinante!! Ve ne propongo la visione perciò, curiosa dei vostri commenti!

Assignement 6.3 e 6.4- E' come avere l'Aula Informatica a casa propria!

Riparliamo di Pubmed! In uno dei vecchi post ho affermato che credo sia un grande strumento che ci permette di tenerci informati costantemente attraverso una grande rete che è quella di Internet, e non ho cambiato di sicuro idea! L'unica "pecca", se così vogliamo, o sia giusto, definirla, deriva dal fatto di non aver la possibilità di scaricare gratuitamente tutti i testi che possono interessarci, almeno che questi non si trovino sotto la voce Free Full Text ( e sono molto pochi)! Esiste per noi studenti però, per fortuna, una via alternativa che ci permette di scaricare gratuitamente gli articoli di nostro interesse anche se non si trovano sotto la voce citata prima: iquesta via prevede di mpostare sul nostro Pc il proxy dell'università (se per esempio siamo a casa e non ci troviamo collegati da un pc dell'università, in quest'ultimo caso sarebbe ancora più semplice, essendo il proxy già impostato). Prima di aver visto il video, se devo essere sincera, non avrei saputo rispondere alla domanda " Sapresti spiegare cosa fa il Proxy?", ora per fortuna ho le idee chiare! L'Università sottoscrive abbonamenti ad alcune riviste scientifiche e inserendo nelle impostazioni di internet il proxy possiamo usufruire e scaricare gratuitamente gli articoli delle riviste a cui l'Università è abbonata! Credo sia una buona opportunità per noi studenti che possiamo informarci un pò più liberamente..cosa importante: ricordate di riimpostare la voce "nessun proxy"quando avete finito di compiere una ricerca, sennò non avrete più consentito l'accesso ad alcuni siti a cui vi collegate normalmente da casa e a cui non è possibile accedere dall'università (ovviamente a me è successo).
Allego il link dell'Unifi dove potete trovare tutte le informazioni a seconda che abbiate Internet Explorer, Firefox ecc per impostare il Proxy dell'università!

lunedì 18 aprile 2011

"I don't do Drug, I AM DRUG" SALVADOR DALI'-1° Parte

Lo ammetto sono un pò di parte, vado pazza per Dalì (forse anche per la passione che mia sorella ha per questo artista) per cui cercherò di influenzarvi un pò ;). Pubblicherò più Post e non uno solo come ho fatto per altri artisti. Inoltre nella nostra città fino a Luglio sono esposte alcune delle sue opere giovanili (consiglio a tutti di andarci)!!

 "Dalla più tenera infanzia, ho la viziosa tendenza di considerarmi diverso dai comuni mortali. Anche questo sta per riuscirmi."

"Chi oggigiorno vuole fare carriera deve essere un pò cannibale"

"La gelosia degli altri pittori è stata sempre il termometro del mio successo"

"Invece di rendermi duro, come la vita in realtà aveva progettato, Gala riuscì... a costruirmi un guscio che proteggeva la sensibile nudità del paguro bernardo che vi era insediato, cioè io stesso, sicché, mentre io esternamente acquistavo sempre più l'aspetto di una fortezza, internamente potevo continuare a invecchiare molle, ipermolle. E il giorno in cui decisi di dipingere orologi li dipinsi molli. Accadde una sera in cui mi sentivo stanco e avevo un leggero mal di testa, il che mi succede alquanto raramente. Volevamo andare al cinema con alcuni amici e invece, all'ultimo momento, io decisi di rimanere a casa. Gala però uscì ugualmente mentre io pensavo di andare subito a letto. A completamento della cena avevamo mangiato un Camembert molto forte e, dopo che tutti se ne furono andati, io rimasi ancora a lungo seduto a tavola, a meditare sul problema filosofico della 'ipermollezza' di quel formaggio. Mi alzai, andai nel mio atelier e, com'è mia abitudine, accesi la luce per gettare un ultimo sguardo sul dipinto su cui stavo lavorando. Il quadro rappresentava una vista del paesaggio di Port Lligat. Sapevo che l'atmosfera che mi era riuscito di creare in quel quadro doveva servirmi come sfondo ad un'idea ma non sapevo ancora minimamente quale sarebbe stata. Stavo già per spegnere la luce quando, d'un tratto, 'vidi' la soluzione. Vidi due orologi molli uno dei quali pendeva miserevolmente dal ramo dell'ulivo. Nonostante il mal di testa fosse ora tanto intenso da tormentarmi, preparai febbrilmente la tavolozza e mi misi al lavoro. Quando, due ore dopo, Gala tornò dal cinema, il quadro, che sarebbe diventato uno dei miei più famosi, era terminato."

Quando Dalì era malato disse: "Accendete un po' la televisione voglio sapere come stò"


 "All'età di sei anni io volevo essere un cuoco. A sette volevo essere Napoleone. E la mia ambizione è andata crescendo costantemente fino ad ora"
 
"Ci sono giorni in cui credo che morirò per un overdose di soddisfazione "

"Non avere paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai"


"Onestamente... Non dipingete mai disonestamente"

venerdì 15 aprile 2011

RENE' MAGRITTE


"Uno studioso al microscopio vede molto più di noi. Ma c'è un momento, un punto, in cui anch'egli deve fermarsi. Ebbene, è a quel punto che per me comincia la poesia."

martedì 12 aprile 2011

Assignement 6.1 e 6.2

Stamani mi sono dedicata alla lettura dei brani citati nell'Assignement 6.1 di cui allego i link Why so much medical research is rot e Publish and be wrong. Per fortuna sono riuscita a capire quasi interamente i brani apparte l'uso di Google translate per qualche parola (si deve sempre imparare qualcosa).
E riguardo alla ricerca come fare a non citare Pubmed???
Credo che Pubmed (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/advanced ) sia uno strumento fantastico per il continuo aggiornamento scientifico. Come per tutte le cose, è sempre bene non abbandonare del tutto i vecchi metodi, come può essere quello di andare a cercare articoli su vecchi testi in biblioteca, o prendere vari appunti. Ma ai giorni d'oggi, il mondo è in continua evoluzione, basta un giorno, un minuto, un'ora per avere un nuovo aggiornamento (che a volte può essere anche utile per salvare una vita) e così anche nella ricerca scientifica. In più il fatto di usare un motore di ricerca come Pub med permette di consultare testi scritti in tutto il mondo, in modo più o meno gratuito, e che sarebbe sicuramente più difficile trovare in biblioteca o anche se fosse possibile richiederebbe sicuramente un tempo maggiore (oltre a dover volare da una parte di mondo all'altra con un grande costo!) Non credo sia un motore di ricerca difficile da usare, anche se senza il Tutorial non sarei riuscita a capirne il funzionamento così rapidamente (in più  ho trovato molto utile anche il video che parla di Youtube, vista la mia ignoranza a riguardo. Sono sempre stata abituta a guardare video musicali e di altro tipo ignorando sempre i simboli che non fossero di pausa, play o volume ed è bello scoprirne dopo anni l'utilità senza aver "timore" di premerli :) ). Mi sono divertita a fare due o tre ricerche per vedere se avevo capito il funzionamento di Pubmed e sono rimasta positivamente sorpresa, essendo uno strumento che dovrò consultare spesso non solo nel corso dei mei studi ma anche della mia vita per tenere sempre aggiornata la mia formazione è bene imparare a prenderci la mano fin sda subito!
Vi posto i link di alcune mie ricerche
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?Db=pubmed&term=prostatic%20cancer%20treatment
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=right%20heart%20
Dato che come diceva Aristotele "Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendo"

C'è un germe di follia in ognuno di noi

Questo che segue esula dal campo artistico che finora ho cercati di trattare, ma credo si avvicini molta all'esperienza di molti artisti. E' una rilessione di un amico, Carlo Terzaroli, che ho avuto modo di usare nella mia tesina di maturità e che ogni volta che leggo mo affascina immensamente.. non mi resta che augurarvi Buona Lettura!

"C’è un Germe di Follia in ognuno di noi. Un Germe piccolo, talmente piccolo da restare nascosto in qualche anfratto per chissà quanto tempo. Ogni giorno si vive ignari di quella potenziale furia devastatrice, incoscientemente sereni di fronte a un seme che potrebbe germinare da un momento all’altro. Si cammina, si gioca, si ride, si scherza con precisa quotidianità. Non ci si pensa. Mai, mai. Per mesi, per anni viaggiamo nel mondo con questo ordigno accanto al fegato. Incuranti, ignoranti facciamo finta di niente. Forse neanche sappiamo della sua presenza, né avvertiamo quei suoi infinitesimi movimenti di smaniosa irrequietezza. O forse conosciamo tutto, alle volte lo sentiamo ribollire ma preferiamo non farci affatto caso: potrebbe sempre spaccarsi, così, senza preavviso. Potrebbe sempre sciaguattare questo nostro appartamento ordinato e ribaltarvi mobili, sedie, quadri, finestre, porte. Tutto. Preferiamo tenerlo lì, nascosto, assopito, avvolto da una guaina speciale che lo protegga da urti o strani sbalzi emotivi.
Poi arriva un giorno. Un giorno fissato da anni. Un giorno che il destino ha voluto farci cadere addosso d’improvviso, senza alcuna raccomandata di notifica. Ebbene, in quel giorno, quel guscio, che con fedele impegno aveva sempre difeso il nostro Pericoloso Ospite, in quel giorno il guscio esplode. Si sfascia. Disintegrato. In mille pezzi, devastato. Nessuno scampo, bam! E via la totale irrequieta libertà al piccolo Germe di Follia.
Non si sa bene cosa sia quella maledetta bastarda situazione che ha smurato in un attimo il meticoloso lavoro di una vita. Quel lavoro quotidiano, puntuale che aveva anestetizzato o banalmente calmato quella voglia di Devastazione in continuo fermento. Ce l’aveva fatto –o quasi- fino a quel momento, fino a quel dannato centesimo di secondo in cui Qualcosa è penetrato fin laggiù, slegando tutti gli ormeggi del nostro caro Seme.
Non capisce mai troppo bene la causa di tutto questo Caos improvviso. Si sente. Si sente che qualcosa è saltato per aria: un’esplosione, un uragano, una folla in rivolta, non si sa. Non si conosce, si avverte e basta.
Con il tempo, il ricordo, la ricostruzione razionale si può poi cercare un qualche capro espiatorio. Un pretestuoso colpevole che possa giustificare nel nostro intelletto –ormai follemente contaminato- l’assoluto dispotismo del Caos. E si accusa un uomo, un secondino, nostro padre, un tramonto, un profumo, una donna, i suoi occhi o le sue labbra, una musica, un libro, un gioco, un folle, un “sano”, un discorso, una vita, un inetto, un amore, un’emozione, una malattia, un bambino. Qualcuno si deve pur incolpare per questa devastante degenerazione che il Germe ha prodotto! Qualcuno, qualcosa l’avrà pur liberato! O forse siamo stati noi, proprio noi, a sciogliere quella rigida catena d’acciaio che da una vita ormai teneva quel Seme rilegato nelle segrete. In ogni caso non si saprà mai il vero colpevole: nessuna burocrazia o magistratura che sia produrrà un qualche cartaceo verbale che attesti l’incriminazione di un uomo, di una donna o di una vista. Nessuna.
Si può solo provare –provare- a riordinare quel Caos con eterna pazienza, a riaddormentare per un po’ quel Germe maledetto che ha però ormai avvelenato gran parte delle viscere.
O forse – rassegnata alternativa- si può accettare quel geometrico disordine, ricostruirvi una strana Logica tutta sua. Una Logica fuori dalla norma, diversa, priva della pretesa di essere come tutte le altre. Una Logica folle, pazza, abbandonata alla Potenza tirannica di quel Germe padrone di tutto.
E così niente sarà più lo stesso: odori, sapori, emozioni, rumori che fino a poco tempo prima avevano una loro algebrica catalogazione, adesso son –gioco forza- diversi. Tutto nuovo, tutto traslato, tutto agitato da quella strana Follia che tutto ha inondato e contaminato. O forse- infinito gioco del Dubbio e della Relatività- è proprio quella Pazzia (Follia, Squilibrio…chiamatela come volete) che ha redento un abulico rigore matematico, in via di uno scialbo spegnimento nel mare della rigida compostezza."

giovedì 7 aprile 2011

"Mi sono costretto a contraddirmi per evitare di conformarmi ai miei stessi gusti" MARCEL DUCHAMP


 Già la prima immagine,che raffigura Marcel Duchamp travestito da donna, ci può dare un'idea della stravaganza della sua personalità. Prima Futurista e Cubista, poi Dadaista e Surrealista è uno degli artisti più influenti della storia dell'arte, dando vita a nuovi filoni come il ready made. Octavio Paz (pittore) dice di Duchamp "Certo, continuò "a dipingere", ma tutto quello che fece a partire dal 1913 si inserisce nel suo tentativo di sostituire la "pittura-pittura" con la "pittura-idea". Questa negazione della pittura che egli chiama olfattiva e retinica (puramente visiva) fu l'inizio della sua vera opera. Un'opera senza opere: non ci sono quadri se non il Grande Vetro (il grande ritardo), i ready-mades, alcuni gesti e un lungo silenzio." 
L'orinatoio





"I pezzi degli scacchi sono l'alfabeto che plasma i pensieri; e questi pensieri eprimono la bellezza astrattamente"
Egli diceva "«  Il futurismo era l'impressionismo del mondo meccanico. [...] A me questo non interessava. [...] Volevo far sì che la pittura servisse ai miei scopi e volevo allontanarmi dal suo lato fisico. A me interessavano le idee, non soltanto i prodotti visivi. Volevo riportare la pittura al servizio della mente [...] Di fatto fino a cento anni fa tutta la pittura era stata letteraria o religiosa: era stata tutta al servizio della mente. Durante il secolo scorso questa caratteristica si era persa poco a poco. Quanto più fascino sensuale offriva un quadro - quanto più era animale - tanto più era apprezzato.
La pittura non dovrebbe essere solamente retinica o visiva; dovrebbe aver a che fare con la materia grigia della nostra comprensione invece di essere puramente visiva [...] Per approccio retinico intendo il piacere estetico che dipende quasi esclusivamente dalla sensibilità della retina senza alcuna interpretazione ausiliaria.
Gli ultimi cento anni sono stati retinici. Sono stati retinici perfino i cubisti. I surrealisti hanno tentato di liberarsi da questo e anche i dadaisti, da principio. [...] Io ero talmente conscio dell'aspetto retinico della pittura che, personalmente, volevo trovare un altro filone da esplorare. »


Duchamp si fece appositamente fotografare mentre giocava a scacchi con una donna nuda

Questo Post sembra più un Collage di foto e citazioni, ma credo che è proprio attraverso le immagini e i pensieri dell'artista che si riesca veramente a capire cosa sentiva e cosa voleva esprimere,ed in più per onorare la memoria del grande Duchamp ho voluto realizzare una sorta di Ready-made!

La visione "duchampiana" della Mona Lisa


Fonti : wikipedia, mod'art, "le avanguardie artistiche del '900" di Enrico de Micheli

lunedì 4 aprile 2011

Assignement 4

Devo ammettere che per fare questo assignement me la sono presa un pò con calma..credevo fosse difficile, per cui ho letto e svolto il compito a piccoli pezzi, però posso dire di essere molto soddisfatta del risultato. Mi capita sempre di scordami gli URL di sezioni di particolari siti e grazie a delicious posso ritrovare il tutto molto più facilmente anche se non utilizzo il mio pc e sono fuori casa! L'idea delle tags è utile, perchè quando via via i miei bookmarks aumenteranno almeno non dovrò stare ore a scorrerli prima di trovare quello che cerco ed in più è utile ad altre persone che possono avere un interesse o bisogno comune al mio, una sorta di collaborazione. Inoltre ho imparato una cosa nuova (non che ne sappia molto di informatica, anzi ne so proprio poco) per cui mi ritnego davvero molto soddisfatta! Vi allego qui il link dei miei bookmarks promettendovi di continuare a tenerlo aggiornato :)
Claudia Campani's Bookmarks: http://www.delicious.com/claudianuoto
Inoltre inserico una piccola nota tratta da Wikipedia riguardo a delicious e i bookmarks in modo che chi non li conoscesse o non ne avesse mai sentito parlare (come è successo a me) possa avere un'idea a riguardo e constatarne o meno l'utilità.
"delicious (in precedenza conosciuto come del.icio.us) è un sito web di social bookmarking per l'archiviazione, ricerca e condivisione di bookmark, creato nel 2003 da Joshua Schachter ed acquisito nel dicembre 2005 da Yahoo!. Nel novembre 2008 contava più di 5,3 milioni di utenti e oltre 180 milioni di url unici archiviati.[1] La sede principale si trova a Santa Clara, in California.Un bookmark permette di seguire l'utente nella sua scoperta della rete. Ogni volta che l'utente trova un sito interessante, cliccando sull'icona del bookmark, memorizza la pagina e volendo può segnalarla ai suoi amici, condividendola con loro. Altrettanto gli amici possono segnalare a noi siti che reputano interessanti. Oltre a ciò tutte le volte che i siti memorizzati cambiano, il bookmark permette di mantenerla aggiornata anche sul nostro computer"

giovedì 31 marzo 2011

Assignement 3

Oddio da dove cominciare..ho riletto più volte il testo fornito dal professore per aver più tempo di riflettere e farmi un'idea tutta mia riguardo le argomentazioni trattate. Credo che internet sia stato un grande progresso per l'umanità, non vorrei esagerare nei termini ma credo che abbia portato a tanti vantaggi (come ogni cosa chiaramente ha dei pro ma anche dei contro). Guardando il blog del professore, la prima volta sono rimasta incantata a vedere quante connessioni e quanti puntini piano piano comparivano nell'immagine e quanto più col passare dei giorni questi si unissero fino a formare quasi un gomitolo. Oggigiorno grazie alle reti di connessioni, grazie  ainternet, possiamo tenirci aggiornati, possiamo chattare e scambiando informazioni rapide gratuitamente  (facebook e i suoi messaggi in bacheca hanno sostituito in gran parte l'invio dell'sms). Pensiamo anche solo alle e-mail, basta premere un piccolo tasto invia o inoltra e già tutti i nostri contatti riceveranno il nostro messaggio e potranno fornirci una risposta a breve termine. Possiamo avere anteprime di libri, informazioni su orari dei mezzi senza stare inutilmente dieic ore alla fermata, possiamo addirittura fare acquisti. Possiamo scambiare opinioni, idee, canzoni, immagine con qualsiasi persona al mondo, che si trovi a 5 metri da noi o dall'altra parte del mondo. Credo che questo sia un grande passo sia per quanto riguarda questioni "semplici" che riguardano la nostra vita quotidina (fissare una cena, vedere l'orario di uno spettacolo al cinema) sia per il progresso scientifico e tecnologico, in quanto le informazioni posono essere scambiate molto più velocmente. Come tutte le cose credo che sia l'utilizzo che ne facciamo a renderlo il grande strumento che è.  La mia amica (Elisa Capretti) nel suo post (http://elasblogcinemaedintorni.blogspot.com/2011/03/assignement-3-coltivare-le-connessioni.htmlin)  cui spiega la sua visione sull'argomento ha utilizzato un termine che credo sia perfetto e pertanto glielo rubo ;) : non dobbiamo essere PIGRI, dobbiamo continuare a usare e a apprezzare la bellezza delle "veccchie tradizioni", così come siamo abituati a usare qualsiasi mezzo a nostra disposizione con moderazione, la stessa cosa dobbiamo fare con internet affinchè il lato utile di questo mezzo non si trasformi in ossessione e uso improprio. Mi piace concludere con una frase di un importante musicista americano Frank Zappa che dice: "Il computer non è in grado di trasmettervi il lato emozionale della questione. Può fornirvi la matematica, ma non le sopracciglia."  Spero di non essere stata noiosa e ripetitiva! A presto!!

lunedì 28 marzo 2011

"I miei dipinti sono allegorie, non ritratti" (E.L. Kirchner)


"La pittura è l'arte che rappresenta su di un piano un fenomeno sensibile. Il mezzo della pittura è il colore, come fondo e linea. Il pittore trasforma in opera d'arte la concezione sensibile della sua esperienza. Per mezzo di un continuo esercizio impara ad usare dei suoi mezzi. Non ci sono regole fisse per questo. Le regole epr l'opera singola si formano durante il alvoro, attraverso la personalità del creatore, la maniera della sua tecnica e l'assunto che si propone. Queste regole si possono cogliere nell'opera compiuta, ma mai si può costruire un'opera sulla base di leggi o modelli. La gioia sensibile per il mondo veduto è, fin da principio, l'origine di tutte le arti figurative.
Oggigiorno la fotografia riproduce esattamente l'oggetto. La pittura, da ciò liberata, riprende la sua libertà d'azione. La sublimazione istintiva della forma nell'avvenimento sensibile viene tradotta d'impulso sul piano. L'aiuto tecnico della prospettiva diventa un mezzo di composizione. L'opera d'arte nasce dalla trasposizione totale dell'idea personale nel lavoro." E.L. Kirchner

domenica 20 marzo 2011

"Solo un folle poteva dipingerlo": Edvard Munch

Autoritratto
Edvard Munch è molto vicino dal punto di vista artistico a James Ensor ed è conosciuto come "pittore dell'angoscia". I temi che accompagnano i suoi dipinti sono la passione, la vita, ma in primo luogo la solitudine e la morte. Sicuramente influenzato dalla morte della madre in giovane età edella sorella durante la sua adolescenza, il tema della morte per Munch è un must. Usa colori forti, tra cui il rosso, forse per la presenza costante di sangue nella quotidianetà della sua adolescenza, quando assisteva la sorella malata (pensate che dipingerà "La bambina malata" ben quattro volte!). Un altro pittore angosciato, ma forse esplicitamente meno macabro di Ensor a mio avviso. e che inoltre si rendeva conto di trovarsi in uno stato di confusione se non vogliamo usare il termine follia, non solo per gli avvenimenti accaduti nell'arco della sua giovinezza ma anche per la sua voglia implacabile di rappresentare le sue emozioni, le sue paure, le sue ossessioni, le sue angosce, "rappresentare l'inreappresentabile". Per spiegare le sue tematiche mi sembra indispensabile citare una frase di E. di Stefano che nel suo libro su Munch dice:
"Come Kafka, anche Munch non cessa mai di sentirsi misteriosamente colpevole e perseguitato dai propri spettri. E nei suoi quadri non farà altro che "scrivere" e "riscrivere" la sua vita: un'autobiografia dell'anima per immagini, o meglio un'anatomia delle catastrofi dell'Io, impridente nell'intensità, provocante nei mezzi. Chi guarda sbatte contro quell'ansia e vi riconosce la propria: non vi è dubbio che tra i pittori, Edvard Munch è colui che più di ogni altro, ha saputo dare volto alla psiche moderna"
La Bambina malata




"Senza paura e malattia,
la mia vita sarebbe una barca senza remi. "
Edvard Munch



L'urlo



"Una sera passeggiavo per un sentiero,
da una parte stava la città e sotto di me il fiordo.
Ero stanco e malato.
Mi fermai e guardai al di là del fiordo
- il sole stava tramontando -
le nuvole erano tinte di un rosso sangue.
Sentii un urlo attraversare la natura:
mi sembrò quasi di udirlo.
Dipinsi questo quadro,
dipinsi le nuvole come sangue vero.
I colori stavano urlando."
Edvard Munch

 Vi consiglio inoltre di leggere questo testo scritto da Luca Trabucco di cui vi allego il link :) http://www.psychomedia.it/pm/culture/visarts/munch.htm


venerdì 18 marzo 2011

Assignement 1

Ho deciso di giocare al gioco lanciato dal professore per cui di seguito vi scrivo i link dei feed dei siti che seguo abitudinariamente e dove li potete trovare. Per quanto riguarda il giornale "La repubblica" dovete cliccare sulla scritta in bassodove c'è scritto Rss/Xml e il link dei feed rss è questo http://firenze.repubblica.it/dettaglio/feedRSS/1280286. Seguo spesso anche Focus, se andate in alto a destra troverete scritto Rss e il simbolo 



che li contraddistingue in colore bianco (se ci passate sopra con il cursore diventerà rosso) e vi basterà cliccarvi per trovare la lista di tutti i link di Focus, spesso io consulto quello della foto del giorno il qui link è http://www.focus.it/rss/foto_del_giorno.aspx. Per quanto riguarda il sito del nostro Ateneo, se dopo essere andati sull'homepage di http://www.unifi.it/ scorrete in basso nell'ultima tabella a destra trovete l'Rss, cliccandovi compare la lista dei link, per i servizi agli studenti è il seguente http://www.unifi.it/backend.php?topicid=6, per gli aggiornamenti sulle biblioteche http://www.sba.unifi.it/backend.php mentre per gli aggiornamenti della home il seguente http://www.unifi.it/rss.php. Anche il nostro sito di medicina. Inoltre nel mio blog ho aggiunto come gadget i feed rss del corriere fiorentino in modo di rimanere sempre aggiornati tra la lettura di un post e un altro. Spero di esservi stata utile :)!!!

martedì 15 marzo 2011

Pillole su James Ensor

Iniziamo proprio da uno degli artisti che ai giorni d’oggi indicheremmo con l’appellativo di “pazzo”.
Ensor nasce e muore ad Ostenda (Belgio), dove vive le rivoluzioni storiche verificatesi a cavallo del 1900. Ensor può essere definito un “anarchico” intellettuale, ama la solitudine, non si preoccupa di nient’altro se non di essere solo; lui stesso asserisce “Per essere artisti si deve vivere nascosti”.
Voleva star solo a tal punto che quando un suo amico, Florent Fels, andò a trovarlo, egli lo fece cacciare dal suo servitore in malo modo facendogli recitare tali parole “Impossibile vederlo, sta facendo i suoi bisogni”.
Il suo isolamento contribuisce senza dubbio alle tematiche delle sue opere: fantasie grottesche di maschere e di teschi, scheletri pieni di piume e stracci colorati.
 Ensor rappresenta un mondo pieno di allusioni, di allegorie, di simboli, di contraddizioni e spesso tale mondo è privo di senso. Per fare ciò utilizza un “allucinata astrazione”, un disegno semplice, quasi infantile, andando contro tutti i principi finora utilizzati in arte. Ensor diceva: “La ragione è nemica dell’arte. Gli artisti dominati dalla ragione perdono ogni sentimento, l’istinto potente si affievolisce, l’ispirazione diventa povera, il cuore manca di slancio. Tutte le regole, tutti i canoni dell’arte vomitano la morte.” Voleva andare contro tutto quello che finora era stato portato avanti, sia in ambito artistico che politico. Rappresenta non solo ogni classe sociale ma anche se stesso, pensate che ha dipinto un quadro in cui si è raffigurato morto, come uno scheletro dal quale fuoriescono vermi. Certo non possiamo evitare di giudicarlo “pazzo”, ma allo stesso tempo affascinante! Sono sempre rimasta colpita dalle sue opere, dalla sua introversione e misantropia. E’ intrigante l’associazione tra le figure che rappresentano la morte come gli scheletri, o falsità, come le maschere, e i colori vivaci e sgargianti che ritroviamo nelle sue opere.




Dovremmo sentirci incupiti dalle figure che Ensor rappresenta e invece quel tocco di colore ci anima di uno spirito quasi allegro, facendoci rimanere attoniti davanti a tanta “pazzia” e fermezza nell’esprimere i propri ideali.Ovviamente questa è l’interpretazione di James Ensor che ho dato io, sarò felice di ascoltare le vostre J

Chiarezza

Non è stato semplice scegliere un argomento di cui parlare nel mio blog, tante idee mi sono passate nella testa e nei miei primi post ho voluto esprimere giusto quello che sentivo in quel momento. Finalmente poi sono riuscita a prendere una decisione, il mio blog tratterà delle Avanguardie artistiche del '900 (rifacendomi al titolo del libro scritto da Mario de Micheli). Spero di non annoiarvi troppo e di farvi scoprire in modo semplice, come è successo a me, quanta bellezza e quanto vissuto dell'autore si cela in ogni opera!

domenica 13 marzo 2011

"Ciascuno a Suo modo"

"(...) Chi sei tu? Chi sono io? Tutti quanti, qua? Tu ti chiami Francesco Savio; io Diego Cinci; tu, Prestino. Sappiamo di noi reciprocamente e ciascuno sa di sè qualche piccola certezza d'oggi, che non è quella di ieri, che non sarà quella di domani." [Luigi Pirandello - Ciascuno a Suo modo]

sabato 12 marzo 2011

11 marzo 2011

Nei Blog le persone possono non essere se stesse creando un personaggio fittizio, cercando di nascondersi dietro una maschera, aiutate anche dall'interposizione di uno schermo, oppure possono essere naturali e spontanee permettendo agli altri di far conoscere i propri interessi, sogni, esperienze e le cose che più le colpiscono. Secondo me la cosa affascinante è proprio quella di cercare di capire, leggendo anche un solo post o vedendo una semplice foto, QUANTO DI QUELLA PERSONA VI E' VERAMENTE DENTRO superando qualsiasi maschera.